Assistiamo sempre più spesso a stragi, eccidi ed episodi di violenza perpetrati da persone apparentemente normali, spesso irreprensibili e ligie al dovere, perfettamente integrate nella società e dalle quali nessuno si sarebbe aspettato certi gesti decisamente folli e assurdi.
E’ il caso di Fausto Filippone, riportato dalle cronache di questi giorni, che ha ucciso la moglie e la figlioletta per poi suicidarsi. Filippone era un affermato e stimato professionista senza apparenti problemi.
Come afferma Massimo Di Giannantonio, direttore del Dipartimento di Salute mentale della Asl di Chieti, e riportato sul quotidiano “il Centro”: “…persona nota per alcuni tratti di rigidità, precisione, obbligo alla perfezione, vulnerabile al giudizio degli altri. …Un fuoco drammatico che covava sotto la cenere… costretto a uno sforzo infinito perché nessuno se ne accorgesse: il primo che non doveva accorgersene era esattamente egli stesso”.
E’ forse colpa del mondo in cui viviamo, di questa estrema importanza dell’apparire, in cui spesso diventa troppo condizionante l’immagine che gli altri ci rimandano di noi stessi?
Voler sembrare normali e impeccabili a tutti i costi non voler ammettere una defaillance, una debolezza, né a se stessi né agli altri, può a volte risultare fatale.
di Stefano Ratini – blog Presente-mente
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